Una bellissima testimonianza di un vescovo su Medjugorje
Paolo Hnilica è rimasto particolarmente impressionato nell’aver visto una moltitudine di giovani nelle sue visite a Medjugorje.
Maria chiama a se i giovani
È una gioia vedere questi giovani che realmente cercano qualcosa. I Giovani non possono rimanere passivi. E vero che molti cercano la felicità esclusivamente nelle cose della terra. A Medjugorje però ho visto che cercano Dio. Ecco un esempio. Osservano tutta questa gioventù seduta davanti alla chiesa. Se si misura col solito metro, si deve dire che non erano certamente vestiti come si deve. Ma in agosto fa molto caldo. Forse venivano dal mare. Però in mano tenevano il rosario. In piccoli gruppi, per ore e ore, erano immersi nella preghiera.
Questo ho visto: Maria è in cerca dei suoi figli nei mondo. Li cerca tra la gente che vive ancora come prima, ma Lei li chiama a se. Da qui le constatazioni: a Medjugorje c’è un clima di terra e di cielo; a Medjugorje si entra in un clima sopranaturale, divino.
Giovanni Paolo II: “A Medjugorje molti hanno trovato il senso del soprannaturale”
Ricordo una testimonianza molto bella del Santo Padre riguardo a Medjugorje. Era il 10 Agosto 1989. Il S. Padre parlava a un gruppo di medici che si adoperano per la dignità e la difesa della vita non nata. Egli li ringraziò caldamente per questo loro impegno. A lui sta grandemente a cuore il pensiero di salvare la vita, salvare la vita non nata. Questi stessi medici hanno studiato scientificamente le estasi dei veggenti e ora stanno studiando con altrettanta serietà le guarigioni che avvengono a Medjugorje. In questa circostanza, quando si arrivò ai discorso su Medjugorje il S. Padre disse qualcosa di molto bello: “Sì, oggi il mondo ha perduto il senso del sopranaturale. A Medjugorje molti l’hanno cercato e trovato, nella preghiera, nel digiuno, nella confessione”. Queste parole del S. Padre sono la più bella testimonianza su Medjugorje.
La misericordia divina
Dio desidera tramite Maria richiamare a se gli uomini. E questo avviene sempre in occasione delle apparizioni della Vergine, cosi a Lourdes a Fatima e in ogni santuario. Il Papa nel suo discorso a Kevalaer, durante la visita in Germania di due anni fa disse che “le grandi città, dove si è sopraffatti dal lavoro e dal traffico, non sono certamente luoghi decisivi per la storia della salvezza del mondo”. I veri luoghi dove si fa la storia del mondo sono quelli silenziosi dove la gente prega. Dove si prega, lì si prendono le decisioni: non solo per la nostra vita al di là della morte, ma per la nostra vita anche in questo mondo.
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A Medjugorje arrivano dall’Ungheria, dalla Cecoslovacchia, dalla Polonia, dalla Romania e persino dalla Russia. Qual è la cosa più importante per una madre? Salvare i figli! Prima di tutto quelli che sono in pericolo. La premura materna di Maria abbraccia il mondo intero, ma in modo speciale è rivolta a quelli che hanno maggiore bisogno della misericordia di Dio. E questi sono coloro che sono senza Dio, coloro che sono in pericolo della perdizione eterna.
Card. Siri: “Quelli che tornano da Medjugorje diventano apostoli e rinnovano la chiesa”
Maria si rivolge — e questo fa parte del progetto di Dio — – alcuni ragazzi affinché si rivolgano ad altri. Noi tutti infatti siamo responsabili degli altri. Per esempio: se c’è una inondazione, chi riesce a salvarsi? Solo quelli che sanno nuotare bene. Ma questi devono salvare gli altri. Così stanno le cose anche nel campo morale. Coloro che sono dei cristiani “vivi”, e lo sono tutti quelli hanno la fede, la speranza e la carità, quelli che pregano, è chiaro che questi sono chiamati ad occuparsi degli altri che non sanno nuotare. Ed è proprio questo che si vede a Medjugorje: Maria cerca e chiama li tanti suoi figli, non solo per la loro personale salvezza, ma perché si impegnino per la salvezza degli altri. Questo è evidente a Medjugorje. La gente che parte da Medjugorje è inquieta. Inquieta nel senso che desidera fare qualcosa per Dio, per gli altri.
Proprio questo mi disse il Card. Siri, quando fui a Genova occasione di un convegno durante il quale si parlò di Medjugorje.
Mi disse quella sera: “Ho osservato che le persone che tornano da Medjugorje diventano apostoli. Essi rinnovano le parrocchie, formano gruppi di preghiera. Pregano davanti al SS. Sacramento. Tengono conferenze e animano le conversazioni. Conducono altri a Medjugorje. Questi circoli, questi gruppi di preghiera si allargano sempre di più. Sono essi che rinnovano la chiesa”.
Uno spirito di unità e di famiglia
Con tristezza si deve constatare che i battisti, gli avventisti, ebrei — molto più che noi cattolici — si sentono uniti e vivono in unità. Questo a noi manca. A Medjugorje. invece, la gente che ci va riceve un certo spirito nuovo di famiglia, li si sentono come una sola famiglia. Questo l’ho visto trovandomi in America e altrove. Quando parlo e anche quando non parlo di Medjugorje o di Fatima odi altro, quei che sono stati a Medjugorje mi vengono vicino, e anch’io mi trovo subito con loro come in famiglia. In questo si avverte la potenza dello Spirito Santo.
Maria è la madre di tutti. E se noi la riconosciamo come vera madre, è evidente che noi, come suoi figli ci riconosciamo l’un l’altro. Abbiamo uno la pelle nero o gialla, parliamo questa o quella lingua.
di Paolo Hnilica (Vescovo)
Fonte: Eco di Medjugorje 73 – (Da Sveta Batina – maggio 1990 – traduz. di Sr. Margherita)