Non perdere la tua seconda opportunità! Fra Daniele Natale
Ho conosciuto Fra Daniele Natale appena lui è arrivato a Cerignola nel 1964. Io ero un Cordigero francescano (avevo nove anni); da allora sono sempre stato vicino alla sua persona, per cui ho avuto la possibilità di crescere spiritualmente accanto a lui. Grazie a questo ho avuto modo di conoscere e condividere molte esperienze riguardanti la sua vita e la sua grande carica spirituale. Le mie conoscenze riguardo alla vita di fra Daniele le ho costantemente trasmesse a tutti coloro i quali mi sono stati vicino e anche a quei ragazzi a cui ho insegnato nell’arco di ventisei anni di insegnamento; tra questi la classe V “D” elettronica del I.T.I.S. Leonardo Da Vinci di Foggia a.s. 1992/93. Avevo promesso a questi ragazzi dopo ripetuta insistenza da parte loro di portarli da Fra Daniele a San Giovanni Rotondo presso la sua casa natale. Tra questi c’era un testimone di Geova (il cui nome non cito per motivi di privacy), che mi aveva chiesto di venire, per vedere cosa fosse questa “realtà cattolica” che a lui sfuggiva.
Eravamo ventitre, ventiquattro persone tra le quali anche il prof. Vincenzo Lostorto, quando sabato 22 maggio 1993, ci siamo recati con tutta la classe a San Giovanni Rotondo. Siamo andati prima da Padre Pio e poi a casa di fra Daniele. Io ho bussato è ho detto:« fra Daniè qua fuori sta la razza che devo fare?» e lui a me « Ma si… falli entrare tutti quanti, non ti preoccupare». Li ho fatti sedere tutti a terra a ferro di cavallo e fra Daniele si è seduto sul divano al centro; alla sua destra si era seduto il testimone di Geova. Fra Daniele ha cominciato a parlare dei tanti avvenimenti e delle tante esperienze che hanno visto la sua vita coinvolta in quella di Padre Pio. Ad un certo punto, fattosi tardi, dice:«Bhé uajò si è fatto tardi, ma prima di andarvene vi voglio dare un biscottino», il problema era che ne eravamo tanti. Ricordo che lui mi ha chiesto di prendere un vassoio piatto su cui c’erano dei biscotti arrivati il giorno prima dalla Sicilia, io gliel’ho dato e lui ha cominciato a distribuire i biscotti partendo dal suo lato sinistro, facendo tutto il semicerchio formato dai ragazzi. Arrivati al prof. Lostorto (non credente) si è fermato dandogli non uno ma tre biscotti dicendogli: «uno, per tua moglie, uno per tuo figlio e uno per tua madre». Occorre precisare che quella era la prima volta che fra Daniele ed il prof. Lostorto si incontravano, non si erano mai conosciuti prima. Il prof. Lostorto rimase scosso: come faceva fra Daniele a sapere che aveva un unico figlio e che quel giorno la madre era a pranzo da lui? Ad un certo punto, saranno mancati dai sette ai nove ragazzi alla fine del semicerchio, c’eravamo resi conto che dentro al vassoio non cerano più di tre biscotti massimo; i ragazzi a quel punto dissero: « fra Daniele non vi preoccupate se sono pochi facciamo metà ciascuno» e lui ripose:« Non vi preoccupate ragazzi vedrete che ne basteranno per tutti». Un ragazzo (Paolo Papa) continuava a guardare insistentemente nel vassoio e vedeva che i biscotti erano tre, mentre fra Daniele continuava a distribuirli e lo fece per tutti fino all’ultimo ragazzo. Questi mi ha guardò incredulo dicendomi :« Professore ma cosa è successo… ?» a quel punto fra Daniele si gira mi guarda e mi sorride. Fra Daniele sotto gli occhi di tutti aveva moltiplicato i biscotti. Quel ragazzo ancora oggi dice che quei biscotti li aveva contati, non potevano essere più di tre…e sono bastati per tutti. Ma un’altra cosa ci colpì quel giorno; quando stavamo per andarcene, salutando tutti ad uno ad uno, arrivato al testimone di Geova lo guardò intensamente e gli disse:« Uajò hai capito tu o non hai capito niente?»; fra Daniele non sapeva assolutamente niente sul fatto che il ragazzo fosse un testimone di Geova. Tornati a scuola il lunedì successivo la scolaresca ha ricordato quella giornata, vissuta con gioia e nostalgia, e tutti si sono ripromessi che anche dopo gli esami di maturità sarebbero ritornati da fra Daniele per poter rivivere vicino a lui quella spiritualità avvolgente vissuta quel sabato. Ancora oggi tanti di loro si recano a S. Giovani Rotondo a pregare presso la sua tomba.Aldo Sgarro