Cosa dice la Bibbia circa il culto di adorazione?
Circa il culto di adorazione la Bibbia dice che deve essere reso solamente a Dio. In questo c’è completo accordo fra tutti i credenti, cattolici e non cattolici ossia i protestanti e gli ortodossi.
Allora Gesù gli rispose:
“ Vattene, satana! Sta scritto infatti: Il signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto” ( Mt 4,10). …
Esiste nella Bibbia il culto di venerazione?
Si. Nella Bibbia si parla del culto di venerazione, anche se i protestanti non vogliono riconoscerlo.
Ecco alcuni esempi riguardo agli spiriti celesti:
Gli angeli sono spiriti che fin dal principio si mantennero fedeli a Dio e continuarono a prestare il loro servizio come messaggeri per realizzare una missione in favore degli uomini ( Tb 5,4; Mt 1,20; Lc 1,26; 10,3; 12,7ss, ecc.). per questa ragione meritano un onore speciale.
Quando fu presso Gerico, Giosuè alzò gli occhi e vide un uomo in piedi davanti a sé, che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiede: “Tu sei dei nostri o dei nostri nemici? Rispose: “No, io sono il capo dell’esercito del Signore. Giungo proprio ora”. allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: “Che ha da dire il mio signore al suo servo?”. Rispose il capo dell’esercito del Signore a Giosuè: “Togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo”. Giosuè così fece ( Gs 5,13-15). Gettarsi con la faccia a terra è un gesto di omaggio o rispetto verso una persona ( Cfr. Gen 33,3; 1 re 2,19; 2 Re) è il gesto che costituisce, bensì l’intenzione. Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti a entrare alla presenza della gloria del Signore. Allora furono presi da grande timore tutti e due; si prostrarono con la faccia a terra ed ebbero una grande paura ( Tb 12,15-16).
Il culto che in quanto noi cristiani cattolici rivolgiamo ai santi angeli di Dio è quello della “dulia”, ovvero un culto fatto di rispetto e di onore, senza adorazione che è quello di “ latria” che si rivolge unicamente alla santissima Trinità, invece il culto agli spiriti celesti è simile in tutto e per tutto al culto dovuto alla Madonna e ai santi canonizzati in gloria. Leggiamo nell’ultimo capitolo della Gerarchia celeste dello Pseudo – Dionigi l’Areopagita: “I pagani adoravano i demoni o geni malvagi, guardavano a loro come divinità. Questo errore aveva lasciato tracce profonde nello spirito di numerosi neofiti da poco convertiti al Vangelo, che mantennero a lungo alcune delle idee di cui si erano imbevuti durante l’infanzia e in seguito si diedero a pratiche superstiziose verso gli spiriti celesti. Furono condannati da san Paolo, e dal Concilio di Laodicea (364 d.C.). “L’angelo dell’Apocalisse, davanti al quale san Giovanni voleva prosternarsi, glielo proibisce in questi termini: “Non farlo; io sono, come te, un servitore di Dio e dei tuoi fratelli”.
Noi possiamo, noi dobbiamo venerare e invocare gli spiriti beati, in primo luogo per ragioni di convenienza; poi perché le Sacre Scritture ce lo raccomandano e ci danno l’esempio; infine perché questa è la pratica plurisecolare della Chiesa della Chiesa confermata dalla testimonianza di numerosi santi e pontefici:
A) Ragioni di convenienza, in primo luogo: “Se , diceva il grande scrittore di spiritualità del diciannovesimo secolo Boudon, durante il cammino incontriamo cento volte un gran signore o un amico, non mancheremo ogni volta di presentar loro i nostri ossequi; e non dovremmo avere il medesimo riguardo per i principi del Cielo, i nostri amici più veri?”. “Quando due persone sono nemiche” diceva il vescovo Bossuet “i loro santi angeli sono amici e concorrono a riavvicinarle”. “Gli angeli custodi dei vostri amici” scrive a sua volta l’arcidiacono di Evreux mons. Boudon “vi favoriscono negli incontri e vi aiutano ben più di quanto voi pensiate, e talvolta vi prestano soccorsi che non ricevete dai vostri stessi angeli custodi”. Peraltro, ricordiamoci cosa sono i santi angeli rispetto all’Altissimo, ciò che sono in sé e il ruolo che è loro assegnato nel mondo, e capiremo come siamo degni della massima venerazione.
B) Tale venerazione è stata definita con chiarezza da Dio stesso, quando ha detto al popolo di Israele che avrebbe mandato loro il suo angelo, ammonendoli a rispettarlo e a dargli tutta la dovuta considerazione. Conformandosi al desiderio dell’Altissimo, i santi patriarchi dell’Antico Testamento veneravano e invocavano gli angeli:
– Giacobbe chiede la benedizione dell’angelo contro cui si è battuto;
– Il profeta Balaam si prosterna di fronte a quello che gli è apparso;
– Giacobbe saluta rispettosamente colui che si definisce “il principe degli eserciti del Signore” e gli obbedisce…
C) Del resto, questa è la pratica della Chiesa: il capitolo XVII della Gerarchia celeste ci offre uno scorcio di quello che fu il culto degli angeli attraverso i secoli cristiani. Non riportiamo letteralmente tale brano, ma ne traiamo i seguenti dati:
– Gesù e i suoi discepoli, ripetendo i cantici ispirati dallo Spirito Santo al Re Profeta, ci insegnano a rispettare e a onorare le virtù celesti che così spesso, e con tanto entusiasmo, sono citate in questi cantici.
– La Chiesa invoca le stesse virtù ogni volta che nei santuari si intonano i salmi o i cantici con cui si chiede agli spiriti di Dio di lodarLo o di benedirci.
– I prefazi, uno dei quali risale a san Camillo, vescovo di Gerusalemme e successore dell’apostolo san Giacomo , declamano con gioioso trasporto lo splendore della gerarchia angelica.
– Gli angeli vengono nominati spesso nella Santa Messa, nelle parti in cui la Chiesa professa i dogmi più trascendenti.
– Nel II secolo, a Chone, in Frigia, fu eretto un santuario in onore di san Michele Arcangelo, a seguito di un evento miracoloso che portò un uomo di Laodicea a convertirsi insieme alla figlia.
– Sotto Costantino, seconda apparizione di san Michele, cui viene eretta una seconda chiesa sotto il suo patronato. A Costantinopoli non esistevano meno di 12 chiese consacrate al culto dell’arcangelo.
– Nel 590, Roma devastata dalla peste deve la salvezza all’intervento di un angelo. San Gregorio Magno lo vede rinfoderare la spada. Era sulla mole Adriana, chiamata da allora in poi “Castel Sant’Angelo”. Solamente in quella zona intorno al Vaticano nel medioevo non vi erano meno di quattro chiese consacrate al Principe degli angeli
– Nel 610, costruzione di una bella chiesa nel suddetto castello-fortezza.
– Nel 700, sant’Uberto vescovo di Avranches dedica una chiesa al capo degli angeli, sulla sommità di una roccia chiamata La Tomba.
– Intorno all’849, Leone IV fa erigere in Vaticano un santuario in onore di san Michele, per celebrare un’importante vittoria contro i saraceni.
– Nel IV secolo, san Catello e sant’Antonino, in estasi per l’apparizione dell’arcangelo che ha trionfato su Satana, costruiscono una chiesa in suo onore a Castellammare.
– Nel V secolo, Giustiniano fa consacrare sei splendide chiese in cui si invocano pubblicamente, tra un gran numero di fedeli, tutti gli spiriti angelici insieme a Michele il loro capo.
– Nel 1002, vediamo Ottone III andare a piedi nudi al monte Galgano per onorare i santi angeli, in segno di espiazione per un atroce omicidio.
– Intorno al 1011, secondo le cronache sassoni, la festa di san Michele è considerata una delle più solenni.
– Verso il 1014, Ethelred, re d’Inghilterra, promulga leggi religiose che prescrivono un digiuno di tre giorni in preparazione della festa dell’arcangelo san Michele alla fine di settembre.
– Nel 1532, papa Paolo V stabilisce la festa dei santi angeli custodi.
– Nel 1670, Clemente X stabilisce per la stessa celebrazione la data del 2 ottobre.
– Nel XVII secolo, esistevano ancora a Parigi due confraternite il cui fine era votare un culto speciale ai nostri tutori.
– Nel 1859, un gruppo di devoti francesi costituisce un’associazione angelica al fine di riparare gli oltraggi fatti a Gesù nel Sacramento augusto dell’altare.
– Leone XIII ci fornisce l’esempio della devozione e della fiducia, dando ordine che in ogni chiesa si reciti, al termine della messa, un’invocazione a san Michele Arcangelo.
– Giovanni Paolo II si reca in pellegrinaggio in tutti i più importanti santuari Michaelici. Papa Francesco con Papa Benedetto XVI benedice una statua di san Michele nei Giardini Vaticani.
di don Marcello Stanzione