Parola di Dio
“Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose: «E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo… Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me». Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire” (Gv 12,23.32-33).
Per la comprensione
– L’episodio narrato da Giovanni avviene alla vigilia dell’ultima Pasqua del Signore: è come un preludio della Passione, ma anche un annuncio dei frutti della Passione. Per Giovanni la glorificazione di Gesù coincide con la sua Passione: Gesù è re, ma il suo trono è la croce; Essere innalzato da terra significa essere innalzato sulla croce.
– “Attirerò tutti a me”: Gesù vuole farsi riconoscere e accettare come Signore, come Maestro, come Salvatore. Il cristiano è il discepolo di un Dio crocifisso per amore.
Rifletti
– Un padre e una madre desiderano avere sempre vicini i propri figli, avere con essi un rapporto d’amore: per questo non guardano a sacrifici, non si risparmiano mai. Dio ha cercato in tanti modi di attirare l’uomo a sé, gli ha dato tante prove d’amore: la creazione, la rivelazione, la continua provvidenza, l’incamazione del suo Figlio: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16).
– Quanto ha fatto Gesù per attirare a sé gli uomini! Si è fatto simile a ogni uomo, ha nascosto la sua gloria, ha voluto sperimentare tutte le difficoltà dell’uomo, ha insegnato la via per tornare a Dio, ha guarito i malati, ha sfamato gli affamati, ha avuto “compassione” di coloro che soffrono, ha risuscitato i morti, si è trasformato nel buon samaritano, ha cercato e portato sulle spalle la pecorella smarrita, ha avvicinato piccoli e grandi, innocenti e peccatori; ma ha ottenuto poco o nulla! Nel momento della prova tutti Lo hanno abbandonato, anche gli apostoli.
– Non Gli è rimasto da fare altro che dare la prova suprema d’amore, cioè dare la vita (Gv 15,13). E proprio nel momento supremo dell’umiliazione e del dolore, quando muore straziato sulla croce, gli uomini si rivolgono a Lui: prima il ladrone pentito che sta morendo in croce Lo riconosce come re e Lo prega di ammetterlo nel suo regno (Lc 23,42); poi il centurione e i soldati romani che Lo hanno crocifisso affermano: “Veramente costui era figlio di Dio” (Mt 27,54); “anche le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto” (Lc 23,48). La natura stessa si sconvolge e piange la morte del suo Creatore (Mt 27,51-53).
– Essere “attirato” da Gesù Crocifisso significa seguirlo fino in fondo, anche quando la strada è in salita e porta al Calvario; significa amarlo sul serio, ascoltarlo, imitarlo; significa aver capito che il chicco di grano, se non muore, rimane solo e non porta frutto e che l’unica strada per salire al cielo è la croce.
– “Sono sposa di Gesù Crocifisso”, diceva la venerabile Carla Ronci a chi le chiedeva come stesse e voleva dire: “La sposa deve stare come sta lo sposo; la sposa di uno Sposo Crocifisso non può essere che crocifissa”. Ma ogni cristiano è chiamato a seguire Gesù Crocifisso, a essere unito a Lui.
– Per essere attirati da Gesù Crocifisso è necessario fare continua memoria della sua Passione, avere la mente e il cuore pieni del suo ricordo, vivere la propria vita in una continua intimità con Lui. L’esempio più bello lo abbiamo in san Paolo della Croce, sollevato in alto, abbracciato in un’estasi d’amore con Gesù Crocifisso.
Confronta
– Gesù mi avrà attirato a sé quando potrò dire anch’io con san Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo, non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Per essere attirato da Gesù Crocifisso devo stare spesso ai piedi della sua croce, rifugiarmi nelle sue preziose piaghe, fare tutto in Lui, con Lui, per Lui.
– “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto” (Gv 19,37). Contemplando il Crocifisso ricorderò che sono stati anche i miei peccati a inchiodare Gesù in croce: piangerò e riparerò per essi; mi impegnerò a fuggire sempre il peccato, per non tornare a crocifiggere di nuovo Gesù Cristo nel mio cuore.
Pensiero di san Paolo della Croce: “Volate in spirito in quel bel Cuore e lì mettetevi come una vittima sopra quell’Altare Divino, nel quale arde sempre il fuoco del santo Amore, e lasciatevi penetrare sino alle midolla delle ossa da quelle sacrefiamme, anzi lasciatevi incenerire tutta” (L.1, 471).
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