A Tihalijna la preghiera di Padre Jozo: “Senza le tue mani non possiamo vivere; siamo orgogliosi, nostro sacerdote!”
“Nostro Prediletto Sacerdote: guarda le palme delle tue mani e ritorna con la mente al giorno in cui il tuo vescovo le unse e ti mandò per servirci e santificarci… Ricordi i progetti che tu facevi in quel giorno su queste mani per recare grazia e salvezza alla tua gente?…
Ripensa ai bimbi che queste mani hanno battezzato… ai ragazzi che queste mani hanno portato all’altare. Pensa quante volte queste mani si sono alzate per perdonare nel Sacramento della Riconciliazione e per benedire in mille occasioni.
Ora pensa alla tua ultima Messa, e a tante altre, quando hai preso nelle tue mani del semplice pane e vino e li hai cambiati nel Corpo e Sangue di Gesù Cristo…
Pensa a queste mani, nelle quali hai posto il Suo Glorioso Corpo e il Calice del Suo Prezioso Sangue…
Pensa alle volte che queste mani si sono allungate ed hanno afferrato le nostre in un amorevole cerchio di preghiera… Pensa alle mani giovani e tremanti, che le tue mani hanno unito nel Sacramento del Matrimonio…
Pensa agli ammalati di mente e di corpo che sono venuti da te in cerca di aiuto e che se ne sono poi andati con una speranza viva nei loro cuori…
Pensa ai corpi morenti che queste mani hanno unto per il Paradiso. Oggi noi ungiamo nuovamente le tue mani con il nostro amore, con l’amore dell’intera famiglia Cattolica.
Semmai nei giorni a venire, se ti senti solo e scoraggiato, per favore ricorda queste parole; alza le tue mani e guardale e ricorda come esse ci hanno nutrito col Pane della Vita, come hanno riportato la speranza nelle nostre vite, come ci hanno confortato, guarito e dato il benvenuto di nuovo nella nostra casa, la chiesa.
Vorremmo prenderti per mano e sostare al più congestionato incrocio della città e gridare al mondo: “Guardate tutti, questo è il nostro prediletto sacerdote, nel quale siamo tutti compiaciuti”. Queste sono le mani del Sacramento del Santo Ordine.
Noi le veneriamo e non possiamo vivere le nostre vite senza di esse… senza di Te.
Grazie per il tuo servire devoto e amorevole. Siamo tanto orgogliosi che tu sei il nostro prediletto sacerdote”.