Il dott. Antonio Longo, pediatra, soffriva da tempo di tumore al colon.
Così racconta: «Nella primavera del 1983 cominciai, improvvisamente, ad accusare dei disturbi e dei dolori all’addome. Si trattava di sintomi che, come medico, mi preoccuparono. Decisi di sottopormi a una serie di analisi ed esami clinici in modo da chiarire la situazione. Le risposte non fecero che confermare i miei timori. Tutte le indicazioni lasciavano intendere che fossi stato colpito da un tumore all’intestino. Fui sottoposto a una “emicollectomia a sinistra”, ossia mi asportarono, una porzione di intestino che venne sottoposto a esame istologico. Risultato: “tumore”. II responso fu una mazzata per me. Come medico, sapevo quale avvenire mi attendeva. In quei giorni i giornali parlavano di quello che stava avvenendo a Medjugorje e io sentii subito una grande attrattiva verso quei fatti. Cominciai a pregare, i miei familiari andarono in pellegrinaggio nel paesino jugoslavo per chiedere alla Madonna la grazia di allontanare da me lo spettro del tumore. Al quattordicesimo giorno dopo l’intervento, la ferita si aprì completamente, come se fosse stata appena fatta. E non solo la ferita esterna, ma anche quella interna, quella intestinale, provocando una peritonite diffusa e febbre altissima: le mie condizioni erano gravissime. Rimasi in ospedale quattro mesi, durante i quali i medici tentarono in tutti i modi di chiudere la fistola, ma inutilmente. Tornai a casa in condizioni pietose. Il professor Zannini, luminare della medicina e direttore dell’Istituto di Semeiotica chirurgica dell’Università di Napoli, mi disse che avrei dovuto rassegnarmi: la fistola non sì sarebbe più chiusa.Il 4 aprile del 1989 andai dal professor Zannini per una visita di controllo. Egli constatò che la fistola era sempre in atto, inguaribile. Cinque giorni dopo, il nove aprile, la fistola era sempre là, viva, sanguinante, dolorante, inguaribile. Come sempre, anche quella sera prima di addormentarmi pregai la Madonna chiedendole la grazia di guarire. Al mattino, quando mi svegliai, mio figlio medico venne per la medicazione. Tolse le bende e con stupore constatò che la fistola non c´era più. La pelle dell´addome era perfettamente asciutta, liscia, il foro era scomparso. Non potevo credere ai miei occhi. Chiamammo gli altri familiari e tutti constatarono quanto era accaduto. Come avevo sempre detto, decisi subito di partire per Medjugorje per andare a ringraziare la Madonna. Solo lei poteva aver compiuto quel prodigio. Nessuna ferita può rimarginarsi dalla sera alla mattina. Tanto meno una fistola, che è una ferita gravissima e profonda, che interessa il tessuto addominale e l’intestino. Visitato nuovamente dal professor Zannini, costui sentenziò: “Lei è stabilmente guarito”. “Professore – domandai – è disposto a dichiarare che sono guarito senza alcun intervento chirurgico e senza fare nessuna cura specifica?”. “È la verità”, disse e mi rilasciò una dichiarazione in cui, dopo aver riassunto i vari interventi chirurgici che avevo subito e i sei anni di convivenza con quella fistola sorta in seguito alle operazioni, scrisse: “Attualmente la fistola è clinicamente guarita senza alcun intervento chirurgico”». La malattia è documentata da un voluminoso dossier di analisi, radiografie, referti medici e giudizi di specialisti di fama internazionale. E la guarigione è stata improvvisa, totale e persistente nel tempo. In ringraziamento della guarigione prodigiosa ricevuta, il dottor Longo oggi dedica gran parte del suo tempo ad aiutare il prossimo, non solo come medico, ma anche come Ministro straordinario dell’Eucarestia. «Porto la Comunione agli infermi tutti i giorni. Collaboro con il mio parroco a molteplici attività della nostra parrocchia. Ho un bel gruppo di preghiera che settimanalmente si riunisce con me per pregare per i nostri infermi e per tutti coloro che ci chiedono preghiere. Mi rendo conto che molti miei colleghi potrebbero pensare che sono un fanatico. Molti medici infatti non sono credenti e non ammettono l´esistenza di una guarigione per intervento soprannaturale. Ma glielo assicuro: non sono fanatico, e non sono uno che si lascia guidare dalle emozioni e dall’entusiasmo. Sono un medico, credo nella medicina, ho due figli medici. La mentalità professionale mi ha abituato a riflettere, a osservare le cose freddamente e con distacco. Ho seguito questa mia vicenda con la più scrupolosa obbiettività. Non ci sono dubbi di nessun genere: la mia guarigione non trova spiegazioni razionali. Quello che è avvenuto va attribuito soltanto alla Madonna».
Fonte : la luce di Maria