Gigliola Candian racconta la sua guarigione a Medjugorje, grazie alla quale ha sconfitto completamente la sclerosi multipla, da cui era affetta da diversi anni.
Ha visto Gesù, ha ritrovato la fede ed è tornata a camminare, pronta ora per correre verso la nuova vita misericordiosa che l’attende.
Gigliola è una mamma e lavoratrice a tempo pieno di Fossò, a Venezia. Nel 2004, viene sconvolta da una malattia terribile, la sclerosi multipla, che si impossessa di lei in forma violenta e la costringe alla sedia a rotelle. I medici sono realisti fin da subito: c’è sì una cura per la giovane donna, ma non c’è speranza di guarigione.
Tra una visita in ospedale e l’altra Gigliola, nel 2011, decide di ascoltare gli zii e va in pellegrinaggio a Medjugorje. Lì ritrova non solo la fede, ma anche la forza per non arrendersi e combattere, affidandosi completamente all’amore di Gesù e della Madonna. Torna a Venezia vogliosa di andare all’adorazione eucaristica, e riprende a partecipare alla Messa.
Proprio durante una celebrazione domenicale, nel 2013 Gigliola vive un’esperienza sconvolgente: “Ero immobilizzata sulla mia carrozzina e stavo guardando la messa in televisione, quando sull’Eucarestia ho notato il volto di Cristo. Ho provato imbarazzo e ho chiesto a diversi sacerdoti com’era possibile, ma mi hanno risposto che sulla particola incidono solo la sigla IHS o la croce”.
Al primo pellegrinaggio in Bosnia ne sono seguiti altri, fino a quando, nel settembre 2014, Gigliola riceve il segno più tangibile: la guarigione a Medjugorje, una guarigione fisica. “Non mi sono mai chiesta perché proprio io. Forse doveva semplicemente andare così. I medici hanno visto una frattura alla colonna vertebrale, ma io sono qui che cammino ancora. Nel mio primo viaggio è avvenuta la mia conversione spirituale, che credo sia stata indispensabile perché avvenisse quella fisica”.
Durante una messa di guarigione e liberazione, il sacerdote le fa l’imposizione delle mani, e la donna cade a terra, restando in quello che viene chiamato “riposo dello spirito”, per circa 40 minuti. “Ero in un’altra dimensione piena di serenità, non potevo muovermi ma sentivo tutto. Ho cominciato a piangere. Poi, quando mi sono risvegliata, e prima di sedermi di nuovo sulla sedia a rotelle, il prete mi ha detto di fidarmi di Gesù, e ho provato a camminare. Ho sentito qualcosa o qualcuno che mi spingeva. E da quel momento la mia carrozzina è finita in un angolo, e cammino. Certo, sempre con qualche difficoltà, ma cammino di nuovo”.
Il giorno della guarigione a Medjugorje, Gigiola vede nuovamente Gesù, e capisce che quella nell’ostia non era stata un’immagine frutto della sua fantasia. Lo vede davanti a lei, bellissimo, con i capelli lunghi, gli occhi celesti e un enorme sorriso.
Ha le sembianze di quello apparso a Santa Faustina, e lei prova una forte fitta al cuore. La sensazione è la stessa di quando sei innamorato, con il cuore colmo d’amore e di preghiera.
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