Poco conosciuta e praticata la comunione spirituale è in realtà una sorgente di grazie inesauribile, ma proposta ai divorziati risposati ha creato una certa confusione. Vediamo dunque come è stata vissuta dai santi, dai padri del deserto e cosa ne pensa la Chiesa.
«Essa è per se stessa, una delle più grandi potenze della terra». «Per mezzo di essa, » scrive S. Leonardo da Porto Maurizio, «molte anime arrivarono a grande perfezione».
La Comunione spirituale unisce l’anima alla Trinità attraverso la promessa del Signore: “…se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora apostolipresso di lui” (Gv 14,23). Gli Apostoli hanno inteso che davvero
ci si poteva unire personalmente al Signore dall’interno del proprio cuore. Perciò san Pietro scriveva: “adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori” (1 Pt 3,15).
Richiamandoci agli insegnamenti dei Padri del Deserto, il Concilio di Trento oltre a dare grande importanza alla comunione spirituale e ad esortarne la pratica spiega così la triplice distinzione nella ricezione della santa comunione:
“[Alcuni la ricevono] solo sacramentalmente perché sono peccatori. Altri la ricevono solo spiritualmente; e sono quelli che, ricevendo nel desiderio il pane celeste messo davanti a loro, con una fede vivente ‘attraverso l’amore’ (Gal. 5:6), godono i suoi frutti e ne beneficiano. Un terzo gruppo la riceve sia sacramentalmente che spiritualmente (can. 8); e sono quelli che si esaminano e si preparano in anticipo ad avvicinarsi a questa mensa divina, vestiti con l’abito nuziale (cfr. Mt. 22, 11s)”.
eucarestiaNel capitolo appena prima di questo insegnamento sulla ricezione eucaristica il Concilio ribadisce che la santa eucaristia può essere ricevuta solo degnamente. […] Il canone 11 dello stesso Concilio è ancora più esplicito:
“Se qualcuno dice che la sola fede è preparazione sufficiente per ricevere il sacramento della santa eucaristia, sia anatema. E per timore che un sacramento così grande vada ricevuto indegnamente e quindi a morte e condanna questo santo Concilio definisce e decreta che coloro la cui coscienza è gravata di peccato mortale, non importa quanto contriti possono pensare che siano, in primo luogo devono necessariamente fare una confessione sacramentale se un confessore è disponibile. Se qualcuno pretende di insegnare o predicare od ostinatamente mantenere o difendere in disputa pubblica l’opposto di ciò, egli sarà per questo fatto stesso scomunicato“. […]
La comunione spirituale si chiama anche interiore, del cuore, invisibile e mistica, poichè avviene internamente e mentalmente, senz’alcun atto materiale e corporale. Ci unisce a Gesù in modo misterioso e nascosto. Si chiama finalmente comunione virtuale, perché ha la virtù di farci partecipare ai frutti dell’Eucaristia.
preghiera (3)Bisogna formulare espressamente il desiderio di comunicarsi: perché questo desiderio sia sincero, bisogna essere disposti a comunicarsi sacramentalmente, se fosse possibile. Un semplice desiderio, se è vero e profondo, per quanto breve e rapido, basta a realizzare la comunione spirituale. Evidentemente quanto più il desiderio sarà prolungato, tanto più la comunione sarà fruttuosa. Con un semplice slancio del cuore verso Gesù nell’Eucaristia si fa la comunione spirituale e si partecipa alle grazie della comunione sacramentale.
Il domenicano Padre Angelo ci ha detto: “La Comunione spirituale può essere fatta ovunque, anche se per godere frutti più abbondanti è necessario un certo raccoglimento e stabilire una vera comunione di pensieri e di affetti col Signore. È vero che si può fare anche in un istante e quante volte si vuole, ma in ogni caso deve essere vera Comunione, vale a dire fusione del nostro io con suo, dei nostri pensieri e dei nostri affetti con i suoi. Deve essere un momento santificante e non un fatto magico.
Ottimo metodo di fare la Comunione spirituale è quello di unirla all’ascolto della Parola del Signore, e cioè nella meditazione. Ma nella meditazione e soprattutto nella contemplazione si attua la Comunione spirituale senza esprimere delle formule particolari. La si vive senza pensare di porre l’atto. Molti fanno la Comunione spirituale quando ricevono la benedizione eucaristica.”
abbraccio12«Io ardo di desiderio di darmi a te – diceva Gesù a Giovanna Maria della Croce – e quanto più mi do, tanto più desidero darmi nuovamente. Io sono, dopo ciascuna delle tue comunioni, come il pellegrino divorato dalla sete, al quale si dà una goccia d’acqua e dopo è più assetato ancora. Così io desidero continuamente di darmi a te».
Gesù rivolge queste medesime parole a ciascuno di noi. Egli vorrebbe venire ogni giorno nel nostro cuore con la comunione sacramentale, ma non gli basta ancora: vorrebbe venire in noi continuamente. Questo desiderio divino si compie con la comunione spirituale. «Tutte le volte che tu mi desideri, diceva Gesù a Santa Matilde, tu mi attiri in te. Un desiderio, un sospiro, basta per mettermi in tuo possesso». Nostro Signore spesso rivelò a innumerevoli anime sante e in maniere diverse, il desiderio ardente che ha di unirsi a noi.
Ecco due esempi di comunione spirituale:
Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già unito a me, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che mi separi mai da te, mio Signore e mio Dio.
comunione spirituale1Questa invece è forse più conosciuta in quanto utilizzata giornalmente da Padre Livio durante le sue trasmissioni radiofoniche su Radio Maria al momento della Comunione Eucaristica in ogni Santa Messa:
Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’ anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che mi abbia mai a separare da te. Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto dei miei peccati, in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa.
Quanto sia stata amata dai Santi la Comunione spirituale non ci vuole molto ad intuirlo. Essa soddisfa almeno in parte quell’ansia ardente di essere sempre “un solo spirito” con chi si ama. Gesù stesso ha detto: “Rimanete in Me e io rimarrò in voi” (Gv 15, 4).
San Tommaso d’Acquino insegna che la comunione Spirituale consiste in un desiderio ardente di ricevere Gesù Eucarestia e in un abbraccio amoroso come se già fosse stato ricevuto.
comunione spirituale2La Comunione spirituale aiuta a restare uniti a Gesù, sebbene lontani dalla sua dimora. Altro mezzo non c’è per placare gli aneliti di amore che consumano i cuori santi. “Come una cerva anela ai corsi delle acque, così la mia anima anela a Te, o Dio” (Salmo 41, 2).
«O Sposo mio diletto – esclama S. Caterina da Genova – io desidero talmente la gioia di stare con te, che, mi pare, se fossi morta risusciterei per riceverti nella Comunione».
E la B. Agata della Croce faceva la comunione spirituale anche duecento volte al giorno fino a provare un così acuto desiderio di vivere sempre unita a Gesù Eucaristico, che ebbe a dire: «Se il confessore non mi avesse insegnato a fare la Comunione spirituale, non avrei potuto vivere».
Padre Pietro Fabro, primo compagno di Sant’Ignazio, sosteneva che per fare bene la comunione sacramentale è molto utile comunicarsi anche spiritualmente.
Quanto sia preziosa la Comunione spirituale lo disse Gesù stesso a S. Caterina da Siena in una visione. La Santa temeva che la Comunione spirituale non avesse nessun valore rispetto alla Comunione sacramentale. Gesù in visione le apparve con due calici in mano, e le disse: «In questo calice d’oro metto le tue Comunioni sacramentali; in questo calice d’argento metto le tue Comunioni spirituali. Questi due calici mi sono tanto graditi».