Riportiamo una piccola parte di un’intervista a Vicka pubblicata su medjugorje.altervista.org
Domanda: Nelle tue testimonianza racconti spesso che quando la Madonna ti ha portato a vedere il paradiso, avete attraversato una specie di “passaggio”. Credo però che se noi ci offriamo e desideriamo andare oltre la sofferenza, il passaggio sia presente anche nelle nostre anime, non è così?
VICKA: Certo! La Gospa ha detto che il paradiso si vive già qui sulla terra, e poi semplicemente si continua. Ma quel “passaggio” è importantissimo: se io vivo il paradiso qui e lo sento dentro il mio cuore, sarò pronta a morire in qualsiasi momento in cui Dio mi chiama, senza porgli alcuna condizione. Egli desidera trovarci pronti ogni giorno, sebbene nessuno possa sapere quando avverrà. Allora il “grande passaggio” non è altro che la nostra prontezza. Ma c’è anche chi oppone resistenza e lotta contro l’idea della morte. Per questo Dio con la sofferenza gli offre una chance: gli dona e il tempo e la grazia per vincere la sua battaglia interiore.
Domanda: Talvolta però la paura prevale.
VICKA: Sì, ma la paura non viene da Dio! Una volta la Gospa ha detto: “Se sentite nel cuore la gioia, l’amore, la soddisfazione, significa che questi sentimenti provengono da Dio. Ma se avvertite inquietudine, insoddisfazione, odio, tensione, dovete sapere che essi vengono da un’altra parte”. Per questo dobbiamo sempre discernerne, e non appena l’inquietudine comincia a girarci nella mente, nel cuore e nell’anima, dobbiamo subito buttarla fuori. L’arma migliore per scacciarla è la corona del Rosario nelle mani, la preghiera fatta con amore”.
Domanda: Tu parli del Rosario, ma ci sono diversi modi di pregare…
VICKA: Sicuramente. Ma quello che la Gospa raccomanda è il Santo Rosario, e se Lei lo suggerisce significa che le fa piacere! Tuttavia, qualsiasi preghiera è buona se è pregata con il cuore.
Domanda: Ci puoi parlare del silenzio?
VICKA: Non mi è molto facile perché non sto quasi mai in silenzio! Non perché non lo ami, anzi, lo ritengo molto buono: nel silenzio l’uomo può interrogare la propria coscienza, può raccogliersi ed ascoltare Dio. Ma la mia missione è quella di incontrare la gente e ognuno attende da me una parola. Il silenzio maggiore si crea quando, ad un certo punto della testimonianza, invito la gente tacere, mentre io prego per tutti i loro problemi e difficoltà. Questo momento dura circa 15 o 20 minuti, talvolta anche mezzora. Oggigiorno l’uomo non ha il tempo di fermarsi per pregare in silenzio, così propongo quell’esperienza, in modo che ognuno possa ritrovare un po’ se stesso e guardarsi dentro. Poi, pian piano, la coscienza darà il suo frutto. Le persone si dicono molto contente perché in quei momenti si sentono bene, come se fossero in paradiso.
Domanda: Mi sembra però che talvolta, quando questi momenti di “eternità” si concludono, la gente ricomincia a parlar forte e a distrarsi, disperdendo la grazia che aveva ricevuto nella preghiera…
VICKA: Purtroppo! A questo proposito la Gospa dice: “Molte volte l’uomo ascolta il mio messaggio con un orecchio e poi lo fa uscire dall’altro, mentre nel cuore non gli rimane nulla!”. Non sono importanti le orecchie, ma il cuore: se l’uomo desidera cambiare se stesso, qui ha molte possibilità; se invece cerca sempre il meglio per sé, rimanendo egoista, vanifica le parole della Madonna.
Domanda: Parlami del silenzio di Maria: come sono oggi i tuoi incontri con Lei: pregate? conversate?
VICKA: La maggior parte delle volte i nostri incontri sono costituiti solo dalla preghiera. La Madonna ama pregare il Credo, il Padre nostro, il Gloria al Padre… Cantiamo anche insieme: non stiamo molto in silenzio! Prima Maria parlava di più, ma adesso predilige la preghiera.
Domanda: Accennavi prima alla gioia. L’uomo oggi ne ha un gran bisogno, ma spesso si ritrova triste e insoddisfatto. Cosa suggerisci?
VICKA: Se preghiamo con cuore sincero affinché il Signore ci doni la gioia, essa non ci mancherà. Nel ‘94 ho avuto un piccolo incidente: per salvare dal fuoco la nonna e un nipotino, mi sono ustionata. Era davvero una brutta situazione: le fiamme mi avevano preso le braccia il busto, il viso, la testa…
All’ospedale di Mostar mi dissero subito che avevo bisogno di un’operazione plastica.
Mentre l’ambulanza correva, dissi a mia madre e a mia sorella: cantate un po’! Loro reagirono sorprese: ma come puoi cantare in questo momento, lo vedi che sei sfigurata? Allora risposi: ma rallegratevi, ringraziamo Dio! Quando giunsi all’ospedale, mi comunicarono che non avrebbero toccato niente… Un’amica vedendomi disse: sei davvero brutta, come puoi rimanere così? Ma io risposi serenamente: se Dio desidera che rimanga così, io lo accetterò in pace. Se invece desidera che tutto guarisca completamente, significa che questo episodio è stato un dono affinché io salvassi la nonna e il bambino. Vuol dire anche che sono all’inizio della mia missione, in cui devo solo servire Dio. Credimi: dopo un mese non c’era più nulla, neanche una piccola cicatrice! Ero davvero felicissima. Tutti mi dicevano: ma ti sei guardata allo specchio? Ed io rispondevo: no e non lo farò… Io mi guardo dentro: so che lì si trova il mio specchio! Se l’uomo prega con il cuore e con amore, la gioia non gli mancherà mai. Ma oggi si è sempre più occupati con le cose che non sono importanti, e si fugge da quello che dona gioia e felicità. Se le famiglie mettono al primo posto le cose materiali, non potranno mai sperare nella gioia, perché gliela sottrae la materia; ma se desiderano che Dio sia la luce, il centro e il re della famiglia, non devono temere: la gioia ci sarà. La Madonna però è triste, perché oggi Gesù è all’ultimo posto nelle famiglie, o addirittura, non c’è affatto!
Domanda: Forse noi talvolta sfruttiamo Gesù, oppure vogliamo che Egli sia come noi ci aspettiamo.
VICKA: Non è tanto uno sfruttamento, quanto una prova di forza. Di fronte alle diverse situazioni capita che diciamo: “Ma questo potrei farlo anche da solo! Perché devo cercare Dio se qualche volta posso essere io al primo posto?”. È un illusione, giacché non ci è dato di precedere Dio; ma Egli è così buono e semplice che ce lo permette – come si fa con un bambino – perché sa che prima o poi ritorniamo a Lui. Dio dona all’uomo una completa libertà, ma rimane aperto e aspetta sempre il suo ritorno. Tu vedi quanti pellegrini vengono qui ogni giorno. Personalmente non dirò mai a qualcuno: “Devi fare questo o quello, devi credere, devi conoscere la Madonna… Se me lo chiedi, te lo dirò, altrimenti, rimani nella tua libera volontà. Però bada che non sei qui per caso, perché sei stato chiamato dalla Gospa. Questa è una chiamata. E quindi, se la Madonna ti ha condotto qui, significa che attende qualcosa anche da te! Devi scoprire da solo, nel tuo cuore, ciò che Lei si aspetta”.
Domanda: Parlaci dei giovani. Spesso nelle tue testimonianze li menzioni.
VICKA: Sì, perché i giovani si trovano in una situazione molto, molto difficile. La Madonna dice che possiamo aiutarli solo con il nostro amore e con la preghiera; mentre a loro dice: “Cari giovani, tutto quello che oggi il mondo vi offre, passa. Stati attenti: satana desidera usare ogni momento libero per se stesso”. In questo tempo il demonio è particolarmente attivo tra i giovani e nelle famiglie, che egli desidera sempre più distruggere.
Domanda: Come agisce il demonio nelle famiglie?
VICKA: Le famiglie sono in pericolo perché non c’è più dialogo, non c’è più la preghiera, non c’è niente! Per questo la Madonna desidera che si rinnovi la preghiera in famiglia: chiede che i genitori preghino con i figli e i figli con i genitori, così che satana sia disarmato. Questa è la base della famiglia: la preghiera. Se i genitori avessero il tempo per i figli, non ci sarebbe problema; ma oggi i genitori lasciano i figli a loro stessi per avere più tempo per sé e per tante stupidaggini, e non comprendono che i figli si perdono.
Domanda: Ti ringrazio. Desideri aggiungere qualcosa?
VICKA: Che pregherò per tutti voi, soprattutto per i lettori dell’Eco di Maria: vi presenterò alla Madonna. La Regina della Pace vi benedica con la sua pace ed il suo amore. Un grande, sincero saluto di cuore da Vicka.
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