I criteri di autenticità
Ricordiamoci che la domanda sull’autenticità dei veggenti-profeti si poneva nell’Antico Testamento come nel Nuovo Testamento. Vi erano dei profeti e degli apostoli che non erano chiamati da Dio: Mosé chiama alla prudenza, Gesù parla di falsi profeti e Paolo denuncia i falsi apostoli.
Bisogna dunque rifarsi a dei criteri per riconoscere i veri profeti, apostoli e veggenti. Bisogna tenerne conto con serietà. Menzioniamo alcuni di questi criteri in linea con il ruolo dei veggenti:
– il veggente deve annunciare Dio e i Suoi piani di salvezza; se al contrario annuncia non i piani di Dio ma i suoi, non è un veggente autentico;
– annuncia la rivelazione di Dio per l’edificazione del Popolo do Dio, del Corpo di Cristo, della Chiesa; ecco perché se esso semina discordia, se indebolisce il Tempio di Dio, se divide il Corpo di Cristo, non è sicuramente autentico;
– l’effetto della rivelazione di Cristo deve prima di tutto essere visibile in lui, come dice San Paolo difendendo il suo ministero apostolico.
Vorrei qui menzionare i criteri tratti dal libro del Dr. Heribert Muehln “Nuovo incontro con Dio” (Jelsa 1994). Eccone i principali;
– i veggenti, sono sul cammino dell’abbandono a Dio?
– attraverso la fede, la speranza e l’amore?
– contano sulle loro capacità e i loro metodi personali o sulla potenza di Dio?
– qual’è il loro amore verso la Chiesa?
– sono portati dall’amore concreto per la Chiesa, il popolo di Dio?
– qual’è la loro relazione nei confronti dei pastori della Chiesa?
– stimolano l’edificazione del Corpo di Cristo, la Chiesa?
– sono aperti al servizio agli altri?
– cercano la loro piccola gloria e il loro interesse personale, oppure l’interesse degli altri?
– sono pronti a collaborare?
– la loro critica, se la esprimono, è per l’edificazione o per la distruzione?
– seguono il Cristo nella vita quotidiana?
– come osservano i loro obblighi ufficiali; a scuola, nella famiglia, al lavoro?
– portano in essi stessi i frutti dello Spirito Santo?
– diffondono pace o confusione?
– portano gioia ed amore nel loro cuore?
– possiedono l’amore che vuole donarsi?
– come sono per quanto riguarda le esagerazioni e le negatività?
– esagerano nella verità e nel bene?
– sottolineano quello che è negativo?
– si soffermano sui lati tenebrosi, le ferite interiori? (indica l’azione di Satana che rode? l’uomo)
A proposito dei veggenti di Medjugorje
I dati della storia dell’Antico e del Nuovo Testamento e la storia della Chiesa, devono essere concretamente applicati ai veggenti di Medjugorje. In effetti bisogna considerare diverse cose:
– le circostanze nelle quali ricevono i messaggi e le visioni nella loro dimensione fisiologica, psicologica, spirituale e mistica,
– il contenuto dei messaggi che trasmettono in nome della Gospa (dimensione biblica, teologica, ecclesiale, canonica, ascetica e mistica),
– la portata di questi messaggi nella loro vita (peronale e comunitaria, privata, familiare, relazioni con la Chiesa e le autorità ecclesiali, relazione concreta con il vescovo, il Papa, il parroco),
– i frutti dei messaggi (conversione, preghiera, penitenza, sacramenti, rosario, confessione, Eucarestia, riconciliazione, spiritualità mariana…).
Abbiamo toccato velocemente questo argomento?
E’ un tema che domanda una ricerca lunga e dettagliata.
Conclusione
Nella Rivelazione e nella rivelazione privata, i veggenti hanno il ruolo di mediatore, ruolo che conviene e alla nostra struttura individuale e all’ambiente storico e alla dinamica della razza umana.
Il loro ruolo personale è totalmente subordinato al ruolo di mediatore – che è sempre silenzioso, discreto, nascosto – come, facendo un paragone, il ruolo del microfono e dell’altoparlante nella trasmissione della parola. Meno il microfono e la sonorizzazione si fanno notare, migliori sono perché servono meglio al loro scopo. Più s’impongono e deformano la voce, minore è la loro qualità.
La Santa Vergine è l’archetipo dei mediatori. Lei trasmette silenziosamente il MESSAGGIO INCARNATO, LA PAROLA. Scompare nell’ombra e ricompare di nuovo sul Calvario. Sembra che Maria riappaia nella storia nei momenti crisi. Lei è vicino a Gesù e ci porta Gesù, tante volte ferito e crocifisso nel nostro essere e nei nostri cuori umani, perché resusciti in noi e perché sulla croce Gesù stesso ci ha dato a lei come suoi bambini e ci dato Lei come nostra Madre!
I veggenti di Maria partecipano, così, alle nostre “Cana” e ai nostri “calvari” ascoltando e ripetendo le parole che il Signore mette nei loro cuori: “Fate tutto quello che vi dirà!” (Gv 2,5)
fra Josip Marcelić , 1995
fra Josip Marcelic – francescano-terziario nato nel 1929 a Preko, Zara. Ordinato sacerdote a Spalato nel 1953. Laureato in filosofia con dottorato in teologia presso l’Università del Laterano a Roma. Dal 1971/1972 insegna presso il seminario di Spalato dogmatica ed alcune discipline bibliche. Ha più volte ricoperto l’incarico di rettore e vice-rettore presso lo stesso seminario. Co-fondatore e co-editore del ciclo Duh i voda (Spirito ed Acqua), opera della biblioteca Obnove u Duhu (Jelsa, 1984 e seg.), al cui interno ha curato e pubblicato più libri.
Fonte: © Information Centre “Mir” Medjugorje