Riportiamo un’intervista a Paolo Brosio, fatta nei suoi primi momenti di conversione, da Franco Bagnasco
«Ho provato un dolore infinito che mi ha fatto conoscere il messaggio di Gesù. Lui mi ha dato due sberle in faccia che hanno innescato un percorso di cambiamento irreversibile. La mia vita era entrata in un buco nero, non mi piaceva più».
«Ho imparato tante cose, e dopo un viaggio a Medjugorje ho conosciuto Gospa, la Madonna, in croato. Non la lascerò mai più».
«Ad agosto mi sono guardato allo specchio e non mi piacevo. Due dolori infiniti e ravvicinati, la morte di mio padre, portato via in un mese da un tumore mentre ero in giro a fare tv, e la separazione da mia moglie, mi avevano annientato».
«No, ci ho provato mille, mille e mille volte. Ma ormai tutto era deteriorato, anche tra le famiglie, ed è finita in un modo abbastanza violento. Una ferita incredibile, perché su di lei avevo investito tanto, c’era un progetto di vita. E per me era il secondo matrimonio».
«Nel merito delle cose non voglio entrare. Posso dire che io non ho fatto altro che lavorare, in questi anni. Sempre, troppo e ovunque».
«Ho avuto accanto il mio parroco, don Piero, e padre Joy, a Forte dei Marmi. Mi sono guardato dentro per quattro mesi e a dicembre ho preso quel volo per Medjugorje. Un’illuminazione. Là ho sentito, ovunque, viva la presenza della Vergine. Che ora cammina, con Gesù, accanto a me. Non è facile essere all’altezza, ma ci provo».
«Tanto… Tanto difficile».
«Cattolico, ma non praticante. Ho fatto il chierichetto da bambino, prima non pregavo mai e sarò andato in chiesa tre volte in vita mia».
«Dopo la fine con mia moglie Gretel, avevo risposto con il classico “chiodo scaccia chiodo”. Per me è facile conoscere persone, sono un personaggio pubblico, “Paolino” il simpatico. Ero a un bivio: o una strada, o l’altra. Ho trovato il Signore».
«Essendo noto, sento anche la responsabilità di essere un esempio per qualcuno. Queste cose le racconto per la prima volta: quel dolore non poteva essermi piovuto addosso invano. Tanto che sto organizzando un altro viaggio là».
«Vorrei che fosse a maggio, nel mese mariano, quello dedicato alla Madonna. Mi piacerebbe mettere assieme un charter di pellegrini coinvolgendo anche imprenditori della Versilia. Il prezzo del biglietto sarà maggiorato per poter costruire, con la differenza, una casa di accoglienza per bambini».
«In questi anni con Manuela Ronchi della mia associazione, “Olimpiadi del cuore”, abbiamo raccolto 800 mila euro. Ora lo faccio con lo spirito di Cristo. Chi vuole partecipare al pellegrinaggio, contatti lo 02-481.81.23».
«No, e neppure a Guadalupe o in Kenya. Ma la differenza rispetto a Medjugorje è che la Vergine si trova lì, si sente ovunque la sua presenza, e alla fine mi ha fatto uscire l’Ave Maria dalla bocca».
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