Mons. José Domingo Ulloa Mendieta ha parlato con lui Dragan Soldo, giornalista di Radio “Mir” Medjugorje.
Riportiamo un’intervista del Settembre 2005 a Mons. José Domingo Ulloa Mendieta, O.S.A., Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Panama, venuto a Medjugorje in pellegrinaggio privato con 17 pellegrini.
Mons. José Domingo Ulloa: Il Sacerdote Fancisco Verar, con il quale ho studiato Teologia mi aveva già parlato di Medjugorje. Ora era arrivato il momento di venire personalmente. Quello che ho vissuto è al di sopra di tutte le mie aspettative. L’incontro con così tanti pellegrini è un’esperienza straordinaria. Vedo il loro desiderio di conversione e cambiamento. Per me è molto importante ricordare l’opera sociale praticata qui a Medjugorje. Pone l’accento su ciò che Maria sta facendo: vale a dire essere sempre pronti a aiutare gli altri. I miei pellegrini sono venuti qui preparati. Medjugorje li ha colpiti e rimarrà sempre in loro il ricordo di questa massa di gente che viene qui a pregare.
Mons. José Domingo Ulloa: Nel mio paese è molto sviluppata la devozione proposta a Medjugorje e desideriamo particolarmente fare partecipare i bambini. La Chiesa Parrocchiale di Maria Regina della Pace, fondata da P. Francisco Verar, è stata costruita sul modello della Chiesa di San Giacomo a Medjugorje. Ci sono molti gruppi di preghiera basati sui messaggi della Gospa.
Mons. José Domingo Ulloa: La semplicità di questi messaggi attrae. I messaggi di Medjugorje sono la chiamata evangelica alla conversione e alla pace, in essi non c’è nulla di apocalittico. Senza la preghiera, senza digiuno ed Eucaristia, ma questi sono fondamenti del Cristianesimo, non possiamo rispondere alla chiamata alla santità che Maria ci rivolge. Le persone che vengono a Medjugorje desiderano accogliere la chiamata evangelica che ci viene dal Signore, in particolare attraverso l’Eucaristia e il Sacramento della Riconciliazione. Ho sentito da molti che essi scoprono il bisogno di cambiamento e questo all’interno della Chiesa e attraverso i Sacramenti.
L’uomo non può andarsene da Medjugorje senza questo forte desiderio di cambiare la sua vita e di cominciare di nuovo. Molti gruppi vengono accompagnati dai loro Sacerdoti, essi li aiutano, e questo è per loro l’inizio di una vita nuova.
Mons. José Domingo Ulloa: Le persone all’inizio hanno bisogno di sperimentare qualcosa, la curiosità umana è naturale ma l’atmosfera che si crea nei gruppi di giorno in giorno durante il pellegrinaggio aiuta a far diminuire questo desiderio e si sveglia il desiderio che la persona stessa sperimenti e realizzi un cambiamento interiore. Il miracolo più grande è la guarigione spirituale che le persone vivono.
Mons. José Domingo Ulloa: La particolarità di Medjugorje è il dono della pace che qui si riceve. Questo è ciò che l’umanità oggi cerca, ma questo dono si riceve a Medjugorje attraverso la Madre Maria. Non si tratta solo della pace personale, ma della scoperta che siamo tutti fratelli e che i conflitti e la violenza non sono la soluzione. Bisogna condividere questa pace con gli altri.
Mons. José Domingo Ulloa: Tutti i veggenti di Medjugorje sono persone di famiglia, cosa che mi rallegra molto perché ciò significa che la chiamata alla santità vale per tutti gli uomini. La famiglia è una via di santità, la santità non è solo per i sacerdoti e i religiosi. Dio chiama tutti gli uomini. I Cristiani sono chiamati a testimoniare, a vivere nel mondo ma a non appartenere al mondo. Siamo chiamati a testimoniare la gioia.
Mons. José Domingo Ulloa: Non possiamo tacere ciò che abbiamo visto, né tacere ciò che la Gospa chiede. A Medjugorje i pellegrini trovano la pace incontrando Gesù e cambiano la loro vita. Verso coloro che sono come pecorelle smarrite, noi dobbiamo essere come Gesù perché le persone possano tornare a Lui e ricevere da Lui tutto il bene che Egli da. Diventiamo come Maria, guardiamo ciò di cui gli uomini hanno bisogno, quali sono le loro sofferenze e aiutiamoli. Diveniamo testimoni del grande dono di vivere la fede sotto la protezione della nostra Santa Madre Chiesa.
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