Salita al Krizevac

A circa un chilometro in linea d’aria dalla chiesa di Medjugorje, nella frazione di Miletina, si innalza il monte Krizevac. Sulla sua cima gli abitanti di Medjugorje hanno innalzato una croce in cemento armato alta 8,56 metri. Sulla croce sono incise queste parole: “A Gesù Cristo Redentore dell’umanità, in segno di fede, amore e speranza, in ricordo del 1900esimo anniversario della Passione di Cristo.

monteIl Krizevac si trova nei messaggi la Regina della Pace, la quale ha affermato che: “La Croce che avete costruito faceva parte di un piano divino” e ha invitato spesso i pellegrini a recarsi sul monte a pregare. Da moltissimi anni ormai la Parrocchia di Medjugorje organizza tutti i Venerdì la Via Crucis su questo monte che, fino al 24 Novembre 2000, è stata guidata da Padre Slavko Barbaric. Proprio quel giorno, dopo aver concluso la preghiera, il Signore lo ha chiamato a Sé.

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Il sentiero del Krizevac è difficile e faticoso da percorrere e, proprio per questa ragione, possiamo entrare anche un po’ fisicamente in quella che è stata la sofferenza di Gesù per la nostra salvezza. È bene che, come per il Rosario al Podbrdo, ognuno preghi spontaneamente davanti ad ogni stazione. L’Ascesa al Krizevac, si fa generalmente in gruppo. Qui si recita la Via Crucis, che è rappresentata da 16 stazioni. La prima è quella dell’orto di Getsemani e l’ultima quella della resurrezione. Dinanzi ad ogni stazione è necessario rimanere a pregare e a riflettere su Gesù, sulla sua passione, sulla sua obbedienza al Padre, sul suo immenso amore per noi.

Se si va in questo modo sul Krizevac, allora all’uomo accadrà quello che deve effettivamente accadere: conoscere l’amore di Dio che riscatta ed ammettere il proprio peccato, la propria debolezza ed il bisogno di essere riscattati. Non si deve andare sul Krizevac per cercare di abbandonare le proprie croci, ma per imparare, invece, a portarle e per aiutare anche gli altri a sopportare le proprie. Quando ci si reca sul Krizevac è particolarmente importante rimanere in silenziosa e profonda preghiera dinanzi alla croce, stare consapevolmente insieme a Maria, la quale è rimasta sotto alla croce del suo amatissimo Figlio. Dinanzi alla croce, in una profonda meditazione, si mostrano le ferite personali di Gesù, quelle di coloro a cui noi abbiamo inferto delle ferite e la sofferenza della famiglia, delle persone care, della Chiesa e del mondo. È proprio qui che bisogna pregare per la guarigione e la salute dello proprio spirito.

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Dice Maria, in uno dei messaggi: Cari figli! Oggi vi invito in modo particolare a prendere tra le mani la Croce e a contemplare le piaghe di Gesù. Chiedete a Gesù di guarire le ferite che voi, cari figli, avete ricevuto nel corso della vita a causa dei vostri peccati o di quelli dei vostri genitori. Solo così capirete, cari figli, che al mondo è necessaria la guarigione della fede in Dio Creatore. Per mezzo della passione e della morte di Gesù in Croce comprenderete che solo con la preghiera potrete diventare anche voi veri apostoli della fede, vivendo, nella semplicità e nella preghiera, la fede che è un dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! (Messaggio del 25 marzo 1997).

Questo è un momento di totale raccoglimento e serietà spirituale; però non è sempre così. Sotto la croce sul Krizevac, talvolta si vedono alcuni pellegrini che parlano, che mangiano o bevono dopo il termine dalla propria visita. Atteggiamento assolutamente da non tenere, sotto la croce poiché ci troviamo in un luogo sacro.

Anche la dipartita dalla croce dovrebbe avvenire nel più totale raccoglimento, così come Maria fece al ritorno dal Calvario, dopo aver vissuto tutta l’esperienza e dopo aver sepolto suo Figlio. Quando si riscende si potrebbe anche recitare il Rosario ed i Misteri dolorosi della Beata Vergine Maria.