I miracoli che avvengono a Medjugorje, o meglio, alle presunte guarigioni inspiegabili visto che la “certificazione” del miracolo può venire solo dalla Chiesa cattolica che ha una complessa e minuziosa procedura (medica e teologica) per giungere a questa definizione.
Usiamo allora il termine “miracolo” in modo molto largo, per intenderci: uno dei primi casi è stato quello, raccontato da padre Livio Fanzaga direttore di Radio Maria, che riguarda Diana Basile, malata di sclerosi a placche.
Ecco come racconta la sua guarigione nel libro di Fanzaga: “Mi trovavo ai piedi degli scalini, presso l’altare della chiesa di Medjugorje, il giorno 23 maggio 1984. Una signora mi ha aiutato a salire i gradini, prendendomi per il braccio. Quando mi sono trovata là non volevo più entrare nella sagrestia con i veggenti. Ricordo che un signore in lingua francese mi diceva di non muovermi da quel punto. In quel momento la porta è stata aperta e sono entrata nella sagrestia. Mi sono inginocchiata dietro la porta, posi sono entrati i veggenti in attesa dell’apparizione. Quando questi ragazzi si sono inginocchiati contemporaneamente, come spinti da una forza, ho sentito un rumore forte. Poi non ricordo più nulla (né preghiera, né osservazione).
Ricordo soltanto una gioia indescrivibile e di aver rivisto (come in un film) alcuni episodi della mia vita che avevo completamente dimenticato. Alla fine dell’apparizione ho seguito i veggenti che si recavano verso l’altare principale della chiesa di Medjugorje”.
E quindi: “Improvvisamente camminavo dritta come tutti e mi sono inginocchiata normalmente, ma non me ne accorgevo… Mentre questo accade, dentro nasce qualcosa che dà la gioia… è difficile da spiegare con le parole. Se trovassi qualcuno con la mia stessa malattia di prima, piangerei perché è difficile comunicare che dentro bisogna essere veri, che non siamo fatti solo di carne, noi siamo di Dio, noi facciamo parte di Dio. (…) La sclerosi a placche mi ha colpito a 30 anni, nel fiore dell’età, con due bambini piccoli. Ero svuotata dentro. Io direi a un altro con la stessa malattia: vai a Medjugorje. Io non avevo speranze ma dicevo: se Dio vuole così, mi accetto così. Dio perà deve pensare ai miei figli. Mi faceva soffrire il pensiero che altri dovevano fare le cose che avrei dovuto fare io”.
Probabilmente il caso più clamoroso venuto di recente alla ribalta è quello di un giovane calabrese, Cristian Filice di Piane Crati in provincia di Cosenza. È il 26 settembre 2013 quando Filice sale sul monte Podbordo guarendo dalla Sla dopo aver incontrato la veggente Vicka. La donna gli aveva imposto le mani rivelandogli: “Stai bene, non ti preoccupare, so tutto”. Poi, poco dopo, è successo qualcosa di strano: lui ha avuto una visione, che ha raccontato al quotidiano digitale quicosenza.it.
Di Roberto Lauri già apparso su Papaboys.org