Mi chiamo Silvia, ho 21 anni e sono di Padova. Il 4 ottobre 2004 all’età di 16 anni mi sono ritrovata, nel giro di pochi giorni, a non poter camminare più e ad esserecostretta a rimanere in carrozzina. Tutti gli esiti degli esami clinici erano negativi, ma nessuno sapeva quando e se avrei ripreso a camminare. Sono figlia unica, avevo una vita normale, nessuno si aspettava di dover passare momenti così duri e dolorosi. I miei genitori hanno sempre pregato e chiesto l’aiuto della Madonna affinché non ci lasciasse soli in questa dolorosa prova.Nei mesi successivi però sono peggiorata, ho perso peso e sono iniziate delle crisi simil-epilettiche. Verso gennaio mia madre ha contattato un sacerdote che seguiva un gruppo di preghiera molto devoto alla Madonna, e ogni venerdì andavamo tutti e tre al Rosario, Messa e Adorazione. Una sera poco prima di Pasqua, finita la funzione, si è avvicinata una signora e mi ha messo tra le mani una medaglietta della Madonna, dicendomi che era stata benedetta durante l’apparizione a Medjugorje, ne aveva solo una, ma in quel momento riteneva che io ne avessi più bisogno di lei. L’ho presa e appena sono tornata a casa l’ho messa al collo. Passate le vacanze ho telefonato al preside della mia scuola e mi sono fatta dare i programmi della classe che frequentavo, la terza liceo scientifico e nei mesi di aprile e maggio ho studiato. Nel mese di maggio, intanto, i miei genitori, hanno iniziato a portarmi ogni giorno al Rosario e alla S.Messa. All’inizio lo sentivo come un obbligo, ma poi ho iniziato a desiderare anch’io di andarci perché quando ero li e pregavo trovavo un po’ di conforto alla tensione provocata dal fatto di non poter fare le cose come gli altri miei coetanei.
Nella prima metà di giugno ho sostenuto degli esami a scuola, li ho passati e lunedì 20 giugno quando la fisiatra mi ha detto che doveva accompagnare sua madre a Medjugorje, d’istinto le ho chiesto se poteva portarmi con lei! Mi ha risposto che si sarebbe informata e dopo tre giorni ero già sul pullman verso Medjugorje con mio padre! Sono arrivata la mattina di venerdì 24 giugno 2005; durante la giornata abbiamo seguito tutte le funzioni e abbiamo avuto l’incontro con il veggente Ivan, lo stesso che più tardi avrebbe avuto l’apparizione sul monte Podbrodo. Alla sera quando mi è stato chiesto se volevo andare anch’io sul monte, ho rifiutato spiegando che la carrozzina su un monte non può salire e non volevo disturbare gli altri pellegrini. Mi hanno detto che non c’erano problemi e che avrebbero fatto a turno, cosìabbiamo lasciato la carrozzina ai piedi del monte e mi hanno preso in braccio per portarmi fino in cima. Era pieno di gente, ma siamo riusciti a passare.
Arrivati vicino alla statua della Madonna, mi hanno fatto sedere e ho iniziato a pregare. Ricordo che non pregavo per me, non ho mai chiesto la grazia di poter camminare perché mi sembrava una cosa impossibile. Pregavo per gli altri, per le persone che in quel momento si trovavano nel dolore. Ricordo che quelle due ore di preghiera sono volate via; preghiera che ho fatto veramente con il cuore. Poco prima dell’apparizione, il mio capogruppo seduto di fianco a me mi ha detto di chiedere tutto ciò che volevo alla Madonna, Lei sarebbe scesa dal Cielo sulla terra, sarebbe stata li, davanti a noi e avrebbe ascoltato tutti in modo uguale. Ho chiesto allora di avere la forza per poter accettare la carrozzina, avevo 17 anni e un futuro in carrozzina mi ha sempre spaventato tantissimo. Prima delle 22.00 ci sono stati dieci minuti di silenzio, e io mentre pregavo ero attratta da una chiazza di luce che vedevo alla mia sinistra. Era una luce bella, riposante, tenue; a differenza dei flash e torce che si accendevano e spegnevano in continuazione. Intorno a me c’erano tante altre persone, ma in quei momenti era tutto buio, c’era solo quella luce, che quasi mi intimoriva e più di una volta ho tolto lo sguardo, ma poi con la coda dell’occhio mi era inevitabile vedere. Finita l’apparizione al veggente Ivan, la luce svanì. Dopo la traduzione in italiano del messaggio della Madonna, due persone del mio gruppo mi hanno preso per portarmi giù e sono caduta all’indietro, come svenuta. Sono caduta sbattendo la testa, il collo e la schiena su quelle pietre e non mi sono fatta il minimo graffio. Ricordo che era come se fossi stata su un materasso morbido, accogliente, non su quelle pietre dure e spigolose.Sentivo una voce dolcissima che mi tranquillizzava, mi calmava come coccolandomi. Subito hanno iniziato a gettarmi dell’acqua e mi hanno riferito che si sono fermati delle persone e alcuni medici che hanno provato a sentirmi il polso e il respiro, ma niente, non c’erano cenni di vita. Dopo cinque – dieci minuti ho aperto gli occhi, ho visto mio padre piangere, però per la prima volta dopo 9 mesi ho sentito le mie gambe e così scoppiando in un pianto ho detto tremando: “Sono guarita , cammino!” Mi sono alzata come se fosse la cosa più naturale; subito mi hanno aiutato per scendere dal monte perché ero agitatissima e temevano che mi facessi male, ma arrivata ai piedi del Podbrodo quando mi hanno avvicinato la carrozzina, l’ho rifiutata e da quel momento ho iniziato a camminare. Alle 5.00 del mattino seguente stavo scalando il Krizevac da sola con le mie gambe.
I primi giorni che camminavo avevo i muscoli delle gambe indeboliti e atrofizzati dalla paralisi, ma non avevo paura di cadere perché mi sentivo sorretta da fili invisibili alle spalle. Non ero andata a Medugorje in carrozzina pensando di poter tornare con le mie gambe. Era la prima volta che ci andavo, è stato bellissimo non solo per la Grazia che ho ricevuto, ma per l’atmosfera di pace, calma, serenità e grandissima gioia che lì si respira. All’inizio non facevo mai testimonianze perché ero molto più timida di adesso e poi avevo numerose crisi simil-epilettiche durante la giornata, tanto che a settembre 2005 non avevo potuto riprendere a frequentare la quarta liceo. A fine febbraio 2006 era venuto padre Ljubo a tenere un incontro di preghiera a Piossasco (TO) e mi avevano chiesto di andare a fare testimonianza. Ho un po’ tentennato, ma alla fine sono andata; ho reso testimonianza e ho pregato il S.Rosario. Prima che andassi via padre Ljubo mi ha benedetto e ha pregato qualche istante sopra di me; da lì a pochi giorni sono completamente scomparse tutte le crisi. La mia vita ora è cambiata e non soltanto perché sono fisicamente guarita. Per me la Grazia più grande è stata quella di scoprire la Fede e sapere quanto amore Gesù e la Madonna hanno per ciascuno di noi. Con la conversione è come se Dio mi avesse acceso un fuoco dentro che va costantemente alimentato con la preghiera e l’Eucarestia. Qualche vento poi potrà soffiarci ma se è ben alimentato, questo fuoco non si spegne e ringrazio infinitamente Dio per questo immenso dono! Ora nella mia famiglia ogni problema lo affrontiamo con la forza del Rosario che preghiamo ogni giorno tutti e tre insieme. In casa siamo più sereni, felici perché sappiamo che ogni cosa è secondo la volontà di Dio, del quale abbiamo piena fiducia e siamo estremamente contenti che Lui e la Madonna ci guidino. Con questa testimonianza io voglio rendere grazie e lode alla Madonna e Gesù anche per la conversione spirituale avvenuta nella mia famiglia e per il senso di pace e gioia che Loro ci donano. Vi auguro di cuore che ognuno di voi senta l’amore della Madonna e di Gesù perché per me è la cosa più bella e importante della vita.